Vela: Vendesi trapezio per “cessata attività” – annuncio amaro di una possibile campionessa
di Valerio Tripi
Giulia Paolillo, 24 anni compiti lo scorso 15 giugno, decide di scendere dal suo 470 e stavolta lo fa definitivamente. Una scelta presa due mesi fa, quando ne mancavano appena tre dai mondiali della classe Olimpica 470 che si terranno in Israele dal 10 al 17 ottobre. Un post pubblicato pochi giorni fa sul suo profilo facebook non lascia spazio a equivoci: “Vendesi trapezio Neilpryde elite hybrid – ha scritto Giulia – taglia M, usato pochissimo, solo 4 uscite, per cessata attività”.
È stato proprio quel “cessata attività” a riportare di colpo alla memoria una lettera inviata a luglio alla “Gazzetta dello Sport” dalla madre di Giulia, Simona Cristofori-Paolillo. Una lettera aperta scritta di getto per provare a capire cosa possa nascondersi dietro dinamiche federali che spingono una ragazza, che ha appena compiuto 24 anni, a rinunciare ai propri sogni sportivi.
Simona Cristofori-Paolillo non lancia accuse generiche. Quelle sue non sono parole di una madre delusa per un percorso sportivo interrotto da parte della figlia (che non più tardi di maggio è tornata dalla Garda Trentino Olympic Week con un bronzo nella classe Olimpica 470 in coppia con Elena Berta). Piuttosto sono campanelli d’allarme suonati da una atleta, che è anche madre quello sì, preoccupata per le ripercussioni che certe dinamiche federali possono avere sulle scelte di altri atleti e sul loro futuro di uomini e donne nella vita di tutti i giorni.
Nella foto da sinistra Carlo Croce, Michele Marchesini, Alessandra Sensini – rispettivamente Presidente e Direttori Tecnici della Federazione Italiana Vela.
Non è un attacco diretto alla federazione in quanto istituzione, ma verso le scelte prese dagli uomini che oggi quella federazione rappresentano. Sono le scelte di alcuni dirigenti, invece, a finire sotto accusa: prima quella di sciogliere un equipaggio, il Caputo-Paolillo che forse stava raggiungendo per importanza quello formato da Francesca Komatar e Sveva Carraro per l’Aeronautica Militare; poi la nascita del problema del peso per il prodiere Giulia Paolillo. “Sbaglierò – scrive Simona Cristofori-Paolillo – ma ho sempre cercato di tranquillizzare le ragazze dicendo che con la tecnica e una ottima tattica di regata il peso diventa secondario. Importante sì, ma non da diventare una fissazione, una facile scusa”.
Un problema che, tuttavia, sembrava superato con la nascita dell’equipaggio Berta-Paolillo che comincia a centrare ottimi risultati. Ma in realtà la miccia è già accesa e la bomba è pronta a esplodere: Giulia Paolillo scopre che l’ex prodiera della Komatar, la Carraro, contatta Berta e si propone come prodiera, insinuando l’idea che forse con una prodiera dal giusto peso i risultati potrebbero essere anche migliori. Passano i mesi, Giulia scopre che alle sue spalle si studiano a tavolino collaborazioni e nuovi equipaggi che la tagliano fuori dai giochi. “Giulia – scrive la madre – si accorge che la sua timoniera regatava con l’idea fissa di avere sbagliato compagna, sente mancare la fiducia e la sincerità che era alla base del progetto. Il tutto mentre la Fiv e il circolo Aniene (circolo per il quale sono tesserate le protagoniste della storia, ndr) non prendono posizione. Possibile che nessuno sapesse? Giulia Paolillo è messa all’angolo, emotivamente distrutta e lascia. E lo fa a tre a mesi dal Mondiale in Israele, a tre mesi dalla fine di un progetto nato e portato avanti con sacrifici enormi. Ci dovrebbe essere un decalogo in cui ci sia l’obbligo per gli atleti del doppio di portare a termine il progetto almeno per l’anno accademico sportivo. Non si può saltare da una barca all’altra, vanificando così gli sforzi sia della Fiv, che del Circolo di appartenenza, che delle stesse atlete. Ma alla fine – è l’amara conclusione alla quale arriva Simona Cristofori-Paolillo – tutto diventa chiaro: nasce come per incanto l’equipaggio Berta-Carraro, con la comunicazione di una nuova collaborazione fra il Circolo Canottieri Aniene e Aeronautica Militare. È ovvio: tutto era stato già concordato”.
ecco la lettera pubblicata da Gian Luca Pasini: http://ventoevele.gazzetta.it/2015/07/26/costruire-invece-di-distriuggere-lettera-di-una-mamma/?refresh_ce-cp
Prima di iniziare la lettura, invito tutti a rivedere, o vedere per la prima volta lo Spot realizzato in occasione delle Olimpiadi invernali di Sochi in Russia, dal titolo appunto “Grazie Mamma”.
Il messaggio è questo : Lo sport più duro è fare la madre, ma è anche il più bello del mondo.
Parto da qui per spiegare il perché di questa mia lettera aperta.
Oltre ad essere mamma sono anche un atleta che da anni e anni è legata a questa grande famiglia che è la FIV. Forse è proprio questo il vero motivo che mi spinge a scrivere, perché le ferite più dolorose sono quelle che provengono dalle cose che più ami.
Facciamo qualche passo indietro. Intanto non smetterò mai di ringraziare abbastanza per tutta la fiducia che questa Federazione, in questi anni e negli anni passati ha riposto nei miei figli Giulia e Luca.
Soprattutto la vicinanza così sentita, che abbiamo ricevuto da tutti , e dico tutti, dopo la perdita di mio figlio Luca, un ragazzo e un atleta cresciuto nell’ambiente più bello e sano, che è quello della vela.
La vita continua. Giulia prosegue il suo percorso nella classe Olimpica 470F con una motivazione ancora più forte!!!
Al Circolo Canottieri Aniene si costituisce così una squadra 470 composta da due equipaggi maschili e due femminili (Caputo-Paolillo; Berta-Sinno)
Inizia il meraviglioso percorso con un grande sogno
I sacrifici sono enormi, sia economici che sociali (studi-amici-lavoro) ma l’appoggio è totale. I primi successi, la crescita costante, portano l’equipaggio Caputo-Paolillo all’attenzione della FIV. Fino ad allora c’era solo l’equipaggio Komatar-Carraro Aeronautica Militare.
Tutto sembra filare, ma iniziano i primi intoppi….il peso di Giulia!!
E così, dopo i Giochi del Mediterraneo, esattamente dopo il CICO, l’equipaggio viene sfasciato e dico viene, perché con la complicità del DT e Tecnico FIV 470F si costituisce il nuovo equipaggio Caputo-Sinno .
Rimangono a bocca asciutta Berta e Paolillo….boccone amaro….ma la passione, e forse anche la voglia di riscatto fa si che si costituirà l’equipaggio Berta-Paolillo
1) I meriti raggiunti da un doppio rimangono al timoniere – il prodiere ricomincia da capo
Con tutto il nostro appoggio, riparte il progetto, e forti dell’esperienza vissuta, il motto è sincerità, fiducia, impegno
Inizia la rincorsa per rientrare nelle grazie della FIV (anche se non totale è sempre un bell’aiuto economico)
2) per partecipare ai raduni della FIV da esterni, cioè non da convocati, devi obbligatoriamente alloggiare nel suo Albergo…..Albergo a 4 stelle….e nonostante una richiesta scritta inviata al DT , di poter alloggiare presso una abitazione privata con l’impegno della assoluta puntualità a tutte le attività previste, è arrivato secco il rifiuto, costringendo così l’equipaggio ad una spesa enorme, che forse poteva essere utilizzata per materiale…..Pochi equipaggi possono permettersi questo lusso….quindi gli allenamenti si svolgono con 2 o max 3 barche….
L’equipaggio, nonostante il forte impegno economico, nonostante il peso di Giulia, è in crescita costante
Si rompe l’equipaggio Komatar-Carraro
Gli equipaggi di punta quindi ora sono due Caputo-Sinno e Berta-Paolillo (sempre stesso Circolo Aniene)
3) Il peso di Giulia…..sbaglierò, ma ho sempre cercato di tranquillizzare le ragazze dicendo che con la tecnica, e una ottima tattica di regata il peso diventa secondario…importante si ma non da diventare una fissa, una facile scusa, in un equipaggio che ha ancora tanta strada da fare per crescere….basta vedere i tracking delle regate…..
E così l’equipaggio Berta-Paolillo entra nel gruppo FIV da convocate (una boccata di ossigeno per le nostre finanze)
Caputo-Sinno decidono di uscire dal programma FIV , i risultati sono inferiori nonostante i famosi chili….
4) Si è molto giocato sulla rivalità dei due equipaggi (dello stesso Circolo) portando le atlete ad una visione della regata a 2 (dove c’era l’una c’era l’altra)
La crescita comunque è abbastanza costante…delusione a Miami
5) Si continua a fissare il problema sul peso e non su altro (e tanto c’era da vedere!!)
La domanda è: ma se un atleta nonostante mangi, nonostante gli aiuti con proteine carboidrati, nonostante la palestra, nonostante dietologo mental-coach, nonostante tutti gli sforzi non riesce a metter peso, forse c’è un problema!!!…..l’atleta è un essere umano, ha una famiglia, che oltre ad essere il principale sponsor, ha il diritto di sapere……anche per aiutare…
L’ex prodiera della Komatar, la Carraro, intanto va da Berta e si propone come prodiera…(farà intanto equipaggio con la Scotto)
6) I ragazzi , ma forse tutti, e dico tutti, dovrebbero leggere il famoso decalogo di De Coubertin “ I Valori dello Sport “ come Atleta, come Spettatore, e la Carta del Fair Play…..
La discesa è inevitabile….quando si insinua l’idea che forse con un altro compagno , prodiere, magari del peso giusto, le cose possono migliorare ulteriormente (ingordigia) è la fine…..è la scusa che tutti cercano per non mettersi in discussione!!
7) ma il DT, il Tecnico FIV , il responhsabile del Circolo, dove sono? Che fanno? Possibile che non si accorgono di nulla?
Scoppia la bomba!!!! Paolillo viene a sapere, e non dalla sua compagna, ma dal mental-coach che per tutti questi mesi, esattamente dalla Nazionale, la sua timoniera regatava con l’idea fissa di aver sbagliato a non accettare l’offerta della Carraro, venendo a mancare così la fiducia e la sincerità che era alla base del progetto…..
8) ma dove sono tutti???che fanno?? Possibile che nessuno non sapesse?? La FIV ha investito, il Circolo Aniene ha investito, NOI abbiamo investito!!! Nessuno fa nulla…assolutamente nulla….e cosa ancor più grave è possibile che tutto ciò non abbia delle conseguenze, come se facesse parte di una routine quotidiana?
Paolillo è messa all’angolo, emotivamente distrutta, la seconda volta…e lascia
A 3 mesi dal Mondiale in Israele, selezione per l’Italia, a 3 mesi dalla fine di un progetto nato e portato avanti con sacrifici, sacrifici enormi, economicamente enormi, per le famiglie che comunque sono parte fondamentale nella vita di un atleta
9) Ci dovrebbe essere un decalogo dove almeno sia dia obbligo agli atleti del doppio, di portare a termine il progetto almeno per l’anno accademico sportivo. Non si può saltare da una barca all’altra, vanificando così gli sforzi sia della FIV, che del Circolo di appartenenza, che dell’atleta stesso
Nasce come per incanto l’equipaggio Berta-Carraro con tanto di comunicazione come nuova collaborazione tra il Circolo Canottieri Aniene e Aeronautica Militare
E’ ovvio….tutto era stato già concordato…
Questa è la ferita!!!!
Sono una mamma e sono un atleta, non devo difendere nessuno, prendete questa lettera come volete….io amo questo sport e tutto quello che rappresenta (o rappresentava?) e tutto quello che non mi è piaciuto in questi anni lo dico e mi prendo la responsabilità di scriverlo, proprio per la mia passione!!!
Simona Cristofori-Paolillo
PS E’ stata chiesta a Paolillo una lettera con le motivazioni che hanno portato allo scioglimento dell’equipaggio….è stata chiesta dal Responsabile del suo Circolo, nonché membro della giunta del Coni e DT della FIV settore giovanile….dopodichè
SILENZIO ASSOLUTO