Palermo: Riqualificare il lungomare, Barcellona esempio da seguire
(di Valerio Tripi) – Non ci saranno le Olimpiadi a breve in città, come avvenuto nella città catalana nel 1992, ma si può riqualificare ugualmente la costa palermitana. La situazione a Barcellona era decisamente peggiore rispetto a come si presenta oggi il lungomare palermitano. Il racconto di una ragazza nata a Barcellona che ha vissuto gli ultimi dieci anni a Palermo.
A volte è più difficile immaginare le cose che realizzarle. Quanti abitanti di Barcellona che hanno conosciuto il lungomare della propria città pieno di baracche oggi sono disposti ad ammettere che in quel momento era impensabile immaginare la Barcellona d’oggi? E soprattutto quanti palermitani riescono a pensare a un futuro diverso per tutta la costa palermitana da Romagnolo a Sferracavallo? Mettere in relazione Palermo e Barcellona non è segno di pazzia, ma è la voglia di usare un denominatore comune: la capacità di realizzare un progetto. Soprattutto partendo dal dato di fatto che nella riqualificazione della costa delle due città la situazione in cui versava Barcellona con le sue baracche era decisamente diversa rispetto allo stato in cui versa oggi la costa palermitana.
Parlare di vecchi moli in disuso, prostituzione, degrado e povertà senza specificare il luogo di cui si parla potrebbe creare l’equivoco fra la vecchia cala palermitana prima della riqualificazione della zona e uno dei posti di mare della città catalana. “I miei genitori – dice Natalia Sanchez, che circa dieci anni fa da Barcellona si è trasferita a Palermo per amore – mi raccontano delle baracche che c’erano, in cui tanti lavoratori che arrivavano da tutta la Spagna per lavorare trovavano riparo. Stanze da tre metri quadri, nel quartiere conosciuto come Somorrostro, che oggi è totalmente bonificato e che quasi nessuno ricorda più com’era. Quella oggi è diventata una zona balneare. Prima era impensabile fare il bagno lì. Quella è una zona che mi ricorda tantissimo il tratto di costa che da Romagnolo arriva fino alla Bandita. Una zona che è già migliorata tanto negli ultimi anni. Basterebbe molto meno rispetto a quanto è stato fatto a Barcellona per usufruire di un lungomare dove già oggi si mescolano strutture antiche e zone moderne dove fare sport”.
Di seuito un video della costa palermitana che potrebbe essere riqualificata con “piccole opere per grandi progetti”…
La costa sud, da Romagnolo alla Bandita, è un esempio. Ma non è l’unico. “Port Vell – continua Natalia Sanchez – e la Cala sono simili. Se si guardano le foto delle due zone dall’alto si nota subito una certa somiglianza. La Cala è più piccola, ma come concezione degli spazi è quella: qui a Palermo ci sono locali come a Port Vell ci sono ristorantini. Prima quella era una zona solamente portuale che poi è migliorata diventando zona di svago, approdo di barche di lusso e a vela. Esattamente come alla Cala. Anche in questo caso basterebbe poco per rendere la zona perfetta”.
A Barcellona si fa dipendere tutto dall’organizzazione delle Olimpiadi del 1992. Certo il grande evento accelera la realizzazione di determinate opere, ma chi Barcellona l’ha vissuta sottolinea anche un altro aspetto. “C’era già l’esigenza di recuperare quelle zona – sottolinea Natalia Sanchez – sia per ragioni turistiche che per i cittadini stessi. Le Olimpiadi hanno dato un’accelerazione, ma pur essendo una città di mare, in città non c’era una spiaggia, si doveva andare lungo la costa per trovare qualcosa di accessibile o cercare località balneari fuori città. I lavori per le Olimpiadi hanno riguardato le zone alte della città e le periferie. Chiaramente gli effetti si sono sentiti in tutta la città a cascata. Ne è derivato che anche i cittadini di Barcellona, con una città più bella, hanno iniziato a curarsi di più della propria città contribuendo tantissimo a migliorare la situazione”.
Le Olimpiadi a Palermo, senza timore di smentita, almeno fino al 2040 non ci saranno. Ma non può essere la soluzione a tutti i problemi del lungomare palermitano iniziare a costituire oggi comitati per la candidatura olimpica di Palermo. “Secondo me – dice Natalia Sanchez – il comune deve agevolare l’apertura di attività sul lungomare, sia ricreative che sportive, ma anche gastronomiche. E ancora negozi di artigianato anche legati alla pesca. Attività che riportino la tradizione di un tempo insieme alla concezione moderna di vivere la città e il suo lungomare. Forse i palermitani non se ne accorgono, ma negli ultimi dieci anni Palermo è migliorata tantissimo. La zona della Cala non era come è oggi. C’era puzza ed era tutto buio. Oggi c’è più attenzione verso i pedoni, le zone pedonali crescono e ci sono progetti per pedonalizzare anche Mondello. Piccole cose che mi fanno pensare a quanto sia facile immaginare un futuro migliore per Palermo”.