Palermo fra Mondello e Monte Pellegrino “TURISMO NEGATO”…
Di Valerio Tripi
(aggiustamenti editoriali 24 gennaio 2019)
Sono ormai diversi anni che è chiusa la strada che da Palermo porta a Mondello passando per Monte Pellegrino. A ricordarlo ci sono dei cartelli stradali di divieto e due cancelli su via Monte Ercta: uno all’inizio della discesa di Monte Pellegrino, l’altro subito dopo le ultime case all’inizio della salita dal lato di Mondello. Proprio sul punto della strada dove c’è un altro cartello stradale che addirittura indica la fine della città di Palermo.
Eppure siamo in piena Riserva di Monte Pellegrino il cui stato di abbandono e degrado è paradossale. Un luogo che dovrebbe essere più che tutelato. E invece a essere penalizzati sono sia il luogo di culto, sede del Santuario della patrona di Palermo Santa Rosalia che liberò la città colpita dalla peste nel 1624, che una delle attrattive turistiche principali della città.
Palermo di bellezze ne offre tante ma l’itinerario turistico che portava quanti volevano visitare la zona della fiera fino al Santuario e poi a Mondello scollinando verso il mare è ormai bandito da anni.
È ormai sempre più frequente che negli itinerari quello che prima era un’unica meta adesso diventi gioco forza un’alternativa.
O si scala Monte Pellegrino o si va a Mondello. Niente più vista mozzafiato del golfo dall’alto e azzerati i pullman di turisti che scendevano da Monte Pellegrino verso la passeggiata della spiaggia per giungere fino alla piazza di Mondello. Ma azzerati anche coloro che dalle borgate di Mondello, Partanna o Sferracavallo erano soliti salire verso Monte Pellegrino.
Dal lato dell’antica salita (zona fiera) il traffico è consentito per tutto il giorno, anche se un cartello stradale inganna i meno informati e principalmente gli stranieri, in quanto il divieto di circolazione a pedoni ed auto scatta dalle 23 alle 6 del mattino. Troppo alto il rischio per lasciare libera la circolazione. E nelle ore in cui le vetture possono andare e tornare, gli automobilisti lo fanno a proprio rischio e pericolo visti i cartelli informativi in lingua italiana dell’Ufficio Protezione Civile e Sicurezza di Palermo che avvertono “… zona ad alto rischio dal piano per l’assetto idrogeologico. E’ pertanto possibile la perdita di vite umane e gravi danni agli edifici e alle infrastrutture”.
Va detto che ci sono anche autobus del servizio pubblico e pullman che fanno la spola lungo i tornanti, però è ben evidente che Monte Pellegrino non sia liberamente fruibile e che il volume di visitatori sia minimizzato rispetto al potenziale reale di tutta la zona.
Dal lato di Mondello, invece, la strada resta chiusa ventiquattr’ore su ventiquattro.
“La montagna è viva – dice don Gaetano Ceravolo, reggente del Santuario di Santa Rosalia (foto accanto) – i rocciatori hanno lavorato per parecchio tempo dall’agosto 2012 quando è stata chiusa la strada per caduta massi. Poco tempo prima rispetto alla data fissata per la riapertura si è verificata un’altra frana con un grande masso slittato fino a bordo strada e per questo l’apertura è stata rimandata ancora. Sono stati fatti nuovi controlli soprattutto nel tratto vicino alle due gallerie. Poi un anno e mezzo fa un nuovo stop per un’altra caduta massi provocata dagli spostamenti dei cinghiali. Per questo è stato istituito il divieto dalle 23 alle 6 perché è la fascia oraria in cui i cinghiali si muovono per andare a caccia di cibo rischiando di provocare frane. È stato proprio in quel periodo che i massi sono caduti sul versante dell’Addaura. Recentemente i rocciatori hanno messo in sicurezza anche la parte sopra il santuario. Giustamente cercano di fare tutti gli interventi in una volta sola anche a costo di tenere chiusa la circolazione un po’ più a lungo”.
Turisti e fedeli, ma anche potenziali clienti delle diverse attività che ci sono su Monte Pellegrino, non sono così numerosi come quando la viabilità era aperta su entrambi i versanti.
“Molti turisti sono scoraggiati per la strada chiusa – continua don Gaetano – anche perché quando scrivono su Google maps per cercare l’itinerario, l’unico consigliato li porta su via Monte Ercta.”
Quello di don Gaetano è uno sfogo che chiama i cittadini a una maggiore consapevolezza. “La gente – continua – si lamenta, ma dovrebbe segnalare alle autorità con maggiore senso civico. La gente pensa che basti pubblicare un post su facebook. Ma in quel modo se è vero che si parla al mondo, nessuno ti ascolta. Basterebbe fare le segnalazioni alle persone giuste. Io, per esempio, quando segnalo un ramo che cade sulla strada o un disservizio al comune, ho sempre dei riscontri”.
A proposito dei cartelli che segnalano la fine del territorio della città di Palermo, il parroco ammette che la cosa ha incuriosito anche lui e chiederà informazioni agli uffici competenti.
Niente più viste mozzafiato di Palermo dall’alto e azzerati i pullman di turisti che scendevano dal Santuario verso la spiaggia di Mondello: un danno che, calcolato sulla base di appena 10 pullman per una media 500 turisti al giorno, porta ad un totale di oltre 150.000 presenze che, senza calcolare quanto potrebbero spendere ai chioschi di souvenir e ristori, incide pesantemente sulla promozione di questo tesoro turistico di Palermo.
“Ma è così difficile – scrive un utente della nuova webcam di Mondello paese – sistemare il tratto di strada per Monte Pellegrino, il promontorio definito da tutti, e non solo da Goethe, come il più bello del mondo? A chi giova la chiusura e il mancato ripristino della viabilità originaria? Quali sono i problemi che impediscono gli interventi per utilizzare in maniera ottimale questa risorsa straordinaria? Palermo è una città stupenda ma troppo spesso vengono trascurate quelle banalità risolvibili dall’oggi al domani”.
Restiamo a parlare di un info point della Piazza di Mondello che si presenta in tutta la sua grandezza ingombrando spazi vitali della piazza e togliendo la visuale del mare. Simile storia per il centro città, dove altri “punti guida” che dovevano diventare luoghi di promozione per le attrattive turistiche, risultano spesso chiusi.
A confermare il paradosso dei “gabbiotti” di Mondello, sono le segnalazioni dei visitatori della webcam di Skyline, che inquadra l’area della piazza con alle spalle il mare ed il Monte Pellegrino. Un occhio su Palermo e su Mondello grazie al portale che conta 16 milioni di utenti in tutto il mondo.
A proposito dei gabbiotti chiusi il sabato e la domenica, questo è il risultato di un accordo nazionale che consente ai dipendenti assunti con contratto part-time di scegliere quando lavorare. I trenta lavoratori in questione hanno scelto di lavorare dal lunedì a venerdì: lasciando scoperti il sabato e la domenica. Ma, come per ogni problema cittadino, se il peccato è evidente non lo è il peccatore.